Sunday, December 5, 2010

Alexis Texas Why Black

Il diritto di vivere - Trieste, Circolo della Stampa, 2 dicembre 2010

Quando parliamo di sperimentazione animale stiamo facendo riferimento ad una pratica appartenente al passato remoto della storia dell’uomo, incredibilmente sopravvissuta fino ai giorni nostri. Poteva avere un senso, questa pratica, allorquando si cercava di studiare la morfologia degli animali e di compararla a quella degli uomini. Ma stiamo parlando di un’epoca ante Cristo, dei tempi del Corpus Hippocraticum e dei Procedimenti anatomici di Galeno. Oggi questa pratica ha perduto ogni parvenza di scientificità, ed è solo una delle tante testimonianze di come l’uomo ritiene di poter disporre della vita degli animali, come se ne fosse il padrone.
Non è un caso che il primo sostenitore della pratica vivisettoria fu Aristotele, che ne fece oggetto di un trattato, intitolato Parti degli animali. Chi si occupa dell’impianto filosofico che sostiene la battaglia per i diritti degli animali si trova spesso a citare Aristotele come uno dei pensatori che ha maggiormente influito nel creare una barriera tra noi e gli animali. Lui pensava che la società fosse costruita come una piramide, al cui vertice si trovava l’uomo adulto ellenico. Ai piani inferiori vi erano, via via, gli uomini non ellenici, le donne, gli schiavi, fino ad arrivare agli animali. Ed era un bene – secondo lui – che gli esseri superiori potessero disporre di quelli inferiori, perché ciò avrebbe avvantaggiato questi ultimi. Qui si pongono i primi mattoni di quella barriera che è stata eretta tra noi e gli altri animali.
Questa barriera, come tante altre che costruiamo nei confronti di chi ritieniamo “diversi”, è in realtà fragile. E difatti, ogni qualvolta si verifichi che i rapporti di forza si vengono a ribaltare, siamo subito pronti ad abbatterle, queste barriere. Ogni anno vengono fatti milioni di test dalle industrie farmaceutiche per verificare la nocività di prodotti medicinali, e milioni sono gli animali che muoiono inutilmente, perché ormai tutti gli studi scientifici sono concordi nel ritenere che i test sugli animali hanno una validità minima per controllare la nocività di un medicinale per un uomo. Normalmente le medicine vengono testate su specie differenti, e le industrie farmaceutiche utilizzano i risultati migliori per ottenere le autorizzazioni alle immissioni sul mercato. Se però, poi, accade che quelle medicine provocano danni agli uomini, partono le guerre contro le industrie farmaceutiche. Quando “noi”, per sbaglio, ci troviamo ad essere “loro”.
Il rapporto “noi/loro”, a ben vedere è il motore di tutta la fantascienza, e sta alla base anche di un interessante esperimento mentale proposto da Desmond Stewart nel racconto “Vennero i Troog e dominarono la Terra”. I Troog sono extraterrestri molto più intelligenti e potenti di noi che, dopo essere sbarcati sulla terra ed averne preso possesso, "giustamente", secondo la nostra stessa visione the world's dominant start to treat men as we treat animals. The most ruthless and quick to assist in the hunt for the most timid and scared, the more attractive as pets, others are more likely to produce tasty meat as animals kept in battery cages and the examples could go on forever with vivisection, circuses, zoos, etc.. Because this is the current condition of the animals.
associations that deal with animal rights consider the abolition of animal experimentation among its main objectives, first of all for ethical reasons but also for scientific reasons. Many doctors argue that animal testing is scientifically inefficace e potenzialmente sostituibile con altri metodi.
Diversi studi (Roberts et al. 2002; Pound et al. 2004) hanno evidenziato una debolissima correlazione tra studi pre-clinici e benefici finali in campo clinico, notando come in molti casi i risultati della ricerca sugli animali fossero da considerarsi irrilevanti.
Le critiche alla validità dei modelli animali come CAM (causal analog models, modelli causali analoghi) hanno varie gradazioni, da quelle più radicali a quelle meno aprioristiche, ma in ogni caso il problema che viene evidenziato è quello della generalizzabilità dei risultati ottenuti tramite la sperimentazione su animali diversi dall'uomo, in quanto il passaggio dal risultato nel modello alla previsione del risultato nel soggetto modellato è sempre una rischiosa inferenza analogica, non garantita dalla vicinanza filogenetica.
La verità è che ogni specie vivente può essere modello soltanto di se stessa. Lo dimostrano i veleni che, come la stricnina e la cicuta, per dirne due su mille, sono ottimo cibo per vari animali da esperimento.
L’inaffidabilità della sperimentazione su “modello animale” ai fini della ricerca biomedica è stata ufficializzata da organi scientifici della massima importanza e credibilità negli ultimi anni, quali il Consiglio Nazionale delle Ricerche statunitense. Quest’ultimo ha invocato la necessità di un “cambiamento epocale” nella ricerca tossicologica attraverso un “passaggio by a system based on the study of the animal to a system based on in vitro methods, now in a position to assess how a substance affects the function of genes in human cells. " It would be a turning point, compared with the discovery of DNA or the birth of the first computer.
Innovation is already playing in the United States, as the NRC (National Research Council) has already announced a new toxicology will be part of the animal model, launching a five-year program of toxicology phone based on a system of "test by level, which includes the study of material and human data, using new technologies (derived from genetics, microbiology, ecc.), con risultati più completi e affidabili (oltre che più rapidi e più economici) di quelli ottenuti dai test sugli animali.
Nel “Settimo Congresso Mondiale sui metodi alternativi e la sperimentazione animali”, tenutosi a Roma lo scorso anno, si è evidenziato che le straordinarie recenti tecnologie (dovute alle nuove conquiste della scienza, nella genetica, biologia, chimica, informatica, ecc) che usano tempi 10.000 volte più veloci e costi mille volte inferiori “generano una quantità di conoscenza mai raggiunta né mai individuata fino ad oggi” e consentono una tutela immediata per la nostra salute e per l’ambiente. Queste nuove tecnologie rispettano inoltre il comune sentire dei European citizens who no longer tolerate the terrible suffering of tens and hundreds of millions of animals tortured in laboratories.
In Europe, unfortunately, the recent adoption of Directive 2010/63 on the use of animals for scientific purposes has shown that the above legislative body is more sensitive to the interests of the pharmaceutical industry that the awareness of citizens on the subject of vivisection. Despite
in the text refer to the limitation of testing the most painful and the use of the test only if necessary, cause for dismay exemptions for scientific needs that include the use of endangered animals caught in the wild, such as chimpanzees and Gorilla and even stray animals, like cats and dogs, if you can not otherwise reach the "goal of the procedure."
In this regard we must remember that most of the catches came from primates in the wild, where the whole family is killed to pick up that little, frightened and disoriented, transoceanic travel deals confined in small containers to Europe and, as last stage, the laboratory.
The new Directive 2010/63 also provides for the possibility of using the same animal for more experiments, using anhydrite carbon for the removal of the test (which cause high and long-suffering), and the possibility of anche toracotomie (aperture del torace) senza anestesia.
Ad oggi il numero di animali usati per fini sperimentali non accenna a diminuire, rimanendo sulla soglia dei 12 milioni all’anno. Paesi come la Germania, Spagna, Francia Irlanda e Austria mostrano, addirittura, un forte incremento, mentre l’Italia mantiene tristemente il quinto posto nella classifica degli animali usati, dopo Francia, Regno Unito, Germania e Spagna.
Con questa iniziativa noi intendiamo avanzare la nostra richiesta per cui nell'iter di recepimento nazionale della Direttiva (ci sono due anni di tempo) vengano inserite disposizioni per favorire lo sviluppo concreto di metodi che non facciano uso di animali, limitando nei fatti il ricorso agli animali, per un futuro basato su una ricerca scientificamente corretta e libera dal vincolo arretrato del modello animale. Parimenti chiediamo il divieto senza deroga dell’uso di animali a scopo didattico.
Vorrei chiudere questo mio intervento citando una delle più celebri frasi del Mahatma Gandhi: “la vivisezione è il più nero dei neri crimini che l'uomo commette contro Dio e la bellezza del suo creato”.

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